Mi chiamo Giuseppe Farruggello.
Sono fatto di carne, ossa e arte.
Il mio rapporto con l'arte ha una storia infinita.
È sempre esistita, sin da quando mi trovavo nel grembo di mia madre. Non ha un inizio e di certo
non avrà una fine. L'arte è la mia seconda pelle, va ovunque io vada, mi segue come fosse la mia
ombra e senza di lei “Giuseppe” non esisterebbe.
Siamo due anime concatenate, due esseri che si completano e coesistono nello stesso tempo; non
ricordo un solo giorno in cui non pensassi a lei.
Sono cambiati i tempi, i luoghi ed i modi, ma il nostro rapporto è sempre esistito.
Non so se la mia possa sembrare una folle e avventurata affermazione, ma se vuoi conoscere la
verità, è che l'arte vive in me.
Da quando ne ho memoria, l'esigenza di esprimermi e di sfogare i miei pensieri afferrando con forza
un pennello tra le mani, è da sempre stato il mio personale modo di comunicare.
Con le parole non sono bravo, non fa per me.
Cominciai ad accorgermene sin da bambino. Le mie mani hanno da sempre nutrito l'esigenza di
mettere colore ovunque: tavoli, sedie, muri, cassette di legno trovate per caso dai fruttivendoli.
Irrequieto il mio modo di approcciarmi con gli oggetti, i quali assumevano continuamente colori e
sembianze diverse.
La vita ha voluto darmi un'impaziente ossessione vertiginosa e logorante, uno strumento potente
unico in grado di farmi raggiungere la mia serenità interiore, ed io ho deciso di seguirla, di
afferrarla e di consumarla.
È la benzina che mi fa correre la mattina, la compagna che mi stringe la mano quando mi sento
instabile.
Le nostre avventure si sono consumate ovunque, anche nella terrazza della mia nonna. In qualsiasi
posto mi trovassi ero costantemente scosso da una viscerale voglia di lasciarmi andare, di liberare
quel piccolo essere che dentro di me si stava facendo sempre più affamato e assetato di arte.
L'arte era la mia musa ispiratrice, ascoltavo ogni parola mi sussurrasse.
Non so cosa voglia significare “essere artista”, penso importi più conoscere cosa significhi per te
vivere senza l'arte. Io, ad esempio, non credo che potrei mai riuscirci.
Non esistono “se” o “ma”. I miei quadri sono il mio album di fotografie, tutto ciò che riesci a
scorgere da essi rappresenta un pezzo della mia anima. E se li comprendi, se solo riesci a leggere
qualcosa di te stesso attraverso la mia arte, allora ho vinto.
Mi chiamo Giuseppe Farruggello.
Sono fatto di carne, ossa e arte.
Dipingo per esigenza.
Dipingo per respirare.
Dipingo per dare me stesso alla vita.